Parco Villa Pallavicino
Descrizione Parco Villa Pallavicino
Il Parco Villa Pallavicino è il luogo ideale per trascorrere una giornata divertente e rilassante con tutta la famiglia. Il parco si trova sulle colline del Lago Maggiore, in un angolo di paradiso sul pendio che unisce Stresa e Belgirate.
Ogni anno, migliaia di visitatori entrano nel parco per scoprire i segreti della natura. Il Parco Naturale è aperto tutti i giorni da marzo a ottobre, ma solo dalla primavera si può ammirare il parco in tutto il suo splendore, grazie alle fioriture dei tulipani e delle rose.
Il parco rappresenta uno degli scenari più belli del Lago Maggiore, grazie ai suoi 20 ettari di verde, ospita al suo interno ben 50 specie di animali diversi, tra: mammiferi e uccelli tropicali. La vegetazione è formata principalmente da castagne secolari, faggi rossi, aceri, magnolie, sequoie e querce che arricchiscono i viali e le strade del parco. All’interno, si trova anche un piccolo laghetto, nella quale è possibile trovare: cigni, anatre e tartarughe d’acqua.
Percorrendo i viali ombreggiati e le aree verdi del Parco Villa Pallavicino si può ammirare la rigogliosa flora composta da rose, oleandri, narcisi, magnolie e tante altre specie di piante. Nei grandi spazi verdi, la fauna si muove in piena liberta. Gli abitanti principali del parco sono canguri, cigni bianchi, anatre, cervi, zebre, fagiani e capre.
All’interno del Parco Naturale, su una collina, si trova l’omonima villa ottocentesca. Una villa molto particolare suddivisa in tre piani ricca di decorazioni e statue che la rendono davvero unica. L’architettura della villa è una struttura perfettamente simmetrica, dalla cui base si snodano due imponenti scalinate laterali che conducono al giardino.
All’interno del parco è presente anche una fattoria, un luogo di incontro tra natura e uomo, nella quale gli animali vivono liberi e che amano il contatto con gli uomini.
Gli ampi spazi verdi del Parco Villa Pallavicino sono poi attrezzati con aree picnic, parco giochi, ristorante e negozio di souvenir. Il parco giochi e dotato di altalene, scivoli, casa delle bambole a forma di fungo e tanti altri giochi a prova di bimbo.
Nelle aree picnic si può rilassarsi lungo il balcone naturale che si affaccia sul lago maggiore e sui monti circostanti. Invece, per gli amanti della buona forchetta non manca i gustosi piatti del ristorante e sfiziose merende preparate tutti i giorni nel bar del Parco Naturale. Mentre, per chi è alla ricerca di un ricordo della bella giornata appena trascorsa, si può fermare nel bellissimo negozio di souvenir.
Parco Villa Pallavicino: la fauna e flora del parco.
Il Parco Pallavicino può essere suddiviso in quattro aree: zona lombardina, zona antica cascina, laghetto e gli ambienti naturali. All’interno dell’area zona lombardina vivono i daini, l’ama, lepri e capre che si muovono in piena libertà voi.
Avvicinandoci alla villa o meglio alla vecchia cascina qui troviamo canguri, furetti e zebre. Mentre nel laghetto vivono tartarughe e Castori. Non mancano nel parco pappagalli e buceri.
Il giardino botanico e ricco di alberi secolari e fiori di grande rilevanza, come: Oleandri, camelie, ginko biloba, azalee e narcisi.
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Parco Villa Pallavicino: gli animali del parco.
All’interno del Parco Naturale vivono ben 50 specie di animali differenti tra mammiferi e uccelli tropicali provenienti da tutto il mondo. Molti degli animali presenti si trovano già qui, prima che la gestione del parco passasse sotto la guida dei Borromeo nel 2017.
Gli animali presenti nel parco provengono anche dai recuperi di animali selvatici. Infatti, il Parco Villa Pallavicino offre accoglienza a tutti gli animali che non possono più sopravvivere nei loro habitat naturali, perché nati in cattività o perché hanno subito un incidente o trami permanenti.
All’interno del Parco Naturale si trova poi uno spazio per vivere l’esperienza più diretta con gli animali, la Fattoria. Qui i visitatori possono avere un contatto più diretto con alcune specie in modo del tutto giocoso e allo stesso tempo educativo.
Tra i viali ombreggiante e le aree verdi si possono incontrare:
- Alpaca. L’alpaca è un mammifero erbivoro della famiglia dei camelidi ed è originario del Sudamerica. A differenza degli altri camelidi viene allevato per la sua lana e non come animale da soma, in un anno è in grado di produrre fino a 4kg di lana. L’alpaca è considerato il primo animale domestico al mondo. É un animale in grado di adattarsi a ogni tipo di clima. Un’altra caratteristica di questo mammifero è quello di essere un animale molto docile, perfetto per il trekking di montagna e le attività di pet therapy.
- Coniglio nano. E un coniglio selvatico che vive nelle praterie e nelle colline boscose. É un animale erbivoro composto da 28 denti che continuano a crescere. Il coniglio è molto attivo al crepuscolo e possiede una vista molto sviluppata.
- Pecora saltasassi. E una pecora di taglia media, molto diffusa in passato in Europa e oggi a rischio di estinzione. La lana di questa pecora è utilizzata per produrre vestiti, ma è anche utilizzata per la produzione di rotoli di protezione di alberi da frutta.
- Pecora d’Ouessant. É la pecora più piccola al mondo, originaria dell’isola bretone. Data la sua indole molto docile vieni impiegata per la terapia con gli animali.
- Lama. Il lama è un mammifero erbivoro della famiglia dei camelidi originario delle Ande. È diffuso in tutto il mondo ed è in grado di trasportare carichi fino a 50 kg e percorrere oltre 30 km in un giorno.
- Cigno nero. Questo uccello è originario dell’Australia e vive nelle zone coperte di vegetazione. Si nutre principalmente di piante terrestri e acquatiche, ma non disdegna anche gli insetti. E una specie monogama, in quanto una volta che forma un legame, rimane legato per tutta la vita.
- Capra orobica. Questo mammifero della famiglia dei bovini è molto famoso per il suo lungo e morbido manto. È originario della Val Gerola in provincia di Sondrio.
- Capra tibetana. È una capretta originaria della Somalia la cui dieta è costituita principalmente da arbusti, foie, bacche, erba e corteccia. Si tratta di un animale gregario e all’interno di ogni branco forma una gerarchia e alleanze sia tra i maschi che tra le femmine. La capra è un ruminante dotato di più stomaci di cui una è il rumine. Per questo motivo è veloce a ingerire il cibo che poi viene mastica successivamente.
- Mulo. Il mulo è un mammifero molto particolare, nato dall’incrocio tra il cavallo e l’asino. Questo mammifero è conosciuto già dai tempi della Grecia antica ed è stato abbondantemente impiegato nelle legioni romane. Nel 1872, era stato anche utilizzato, come animale da soma dagli alpini tanto da essere definito come il soldato a quattro zampe.
- Volpe. Questo mammifero appartiene alla famiglia dei canidi e si nutre di piccoli mammiferi e invertebrati, ma non disdegna frutta e bacche. Nel parco sono presenti due esemplari provenienti dalle attività di recupero della fauna selvatica. L’esemplare maschio ha subire l’amputazione di un arto, mentre la femmina è stata abbandonata dalla madre.
- Orsetto lavatore. È un mammifero carnivoro della famiglia dei procioni ed è originario del Nord America. È un animale onnivoro e opportunista in grado di adattarsi bene ai diversi ambienti. È un animale curioso e simpatico spesso anche dispettoso. È molto abile ad arrampicarsi le cui dita degli arti anteriori gli consentono di percepire il cibo ed oggetti che tocca. È molto diffuso in Italia, soprattutto in Lombardia, dove ha creato non pochi problemi all’ambiente e alle specie autoctone.
- Fenicottero cileno. Il fenicottero è il famoso uccello rosa, originario delle zone del Sud America. La sua colorazione rosa deriva dalla filtrazione dei piccoli crostacei ricchi di betacarotene. Si nutre di invertebrati acquatici insetti e alghe.
- Gru Antigone. Questo uccello vive nelle paludi e nelle praterie del Sud est asiatico e dell’Australia si nutre di bacche, germogli, invertebrati e semi. E una specie monogama e l’esemplare presente all’interno del parco si è affezionato al veterinario che si prende cura di lui tanto da eseguire dei rituali spettacolari.
- Daino pomellato. Questo mammifero appartiene alla famiglia dei cervidi ed è originario del bacino Mediterraneo. Questa specie può avere quattro colorazioni del Montello: Isabellino, pomellato, melanico e bianco. Come tutti i cervidi ad aprile perde il palco.
- Canguro di Bennet. Questo mammifero marsupiale proviene dai boschi del sud-est dell’Australia. La riproduzione di questa specie è molto complessa, un piccolo cucciolo di canguro richiede 30 giorni di gravidanza in utero e ben 280 giorni nel marsupio per formarsi.
- Ara gialloblu. Sono dei bellissimi uccelli che appartengono alla famiglia dei pappagalli e vivono le foreste del Sudamerica. Si nutrono di legumi semi, fiori e frutta. Sono una specie monogama e quindi molto fedeli al proprio compagno.
Le piante del parco Villa Pallavicino
La grande meraviglia del Parco Villa Pallavicino sono gli alberi secolari e il giardino. Il giardino è una tappa imperdibile, un angolo di paradiso dai 1000 colori, grazie alle numerose fioriture durante l’estate e alle bellissime aiuole. Per anni ha subito numerose trasformazioni, grazie all’attività di manutenzione dei giardinieri del parco.
L’impostazione del giardino che si vede oggi e quella degli anni 50, ma i disegni originali risalgono alla fine dell’ottocento. Da aprile a settembre si assiste alle fioriture di fiori e alberi: ad aprile il giardino sì colora di viola con la fioritura dei tulipani, a maggio si tinge di rosso, grazie alla fioritura delle rose e da giugno a settembre le foglie degli alberi si tingono di verde e rosso.
Le piante più importanti presenti nel Parco Naturale sono:
- Davidia involucrata. E una pianta originaria dei Monti della Cina occidentale. Cresce in aree dal clima fresco e temperato la Davidia si caratterizza per un tronco colore bruno arancio e dalla chioma ovoidale. I fiori compaiono tra maggio giugno e i frutti a forma di globo grande di quattro 5 centimetri di colore verde per poi diventare di colore purpureo quando sono maturi. Questa pianta è impiegata come albero ornamentale nei parchi e giardini.
- Cedro del Libano. E una pianta originaria delle catene montuose del Libano e cresce nelle aree comprese tra i 1300 e i 3000 metri. Può raggiungere altezze fino a 40 m essi caratterizza per un tronco di colore Bruno e grigio dalla chioma espansa.
- Ginkgo biloba. È una pianta originaria della Cina ed è una tra le più longeve al mondo. Le foglie hanno una caratteristica particolare a forma di ventaglio di un verde brillante che in autunno assumono una tonalità giallo oro. I frutti del ginkgo biloba no hanno un odore molto gradevole.
- Pianta del caco. Il caco è un albero da frutto originario dell’estremo Oriente e adora crescere nei climi temperati. È un albero molto longevo ed è una delle piante più antiche coltivate dall’uomo. Può raggiungere altezze fino a 12 metri e le cui foglie verde scuro diventano in autunno di un rosso vivo. I frutti del caco sono grandi come una mela.
- Questa pianta è originaria degli Stati Uniti orientali, il suo habitat ideale è caratterizzato da climi umidi e freschi. Si caratterizza per avere una rapida crescita che può arrivare fino a circa 40 m di altezza. Viene anche chiamato come l’albero dei tulipani per via dei suoi fiori che assomigliano molto ai famosi bulbi.
- Camelia. La camelia è una pianta ornamentale molto diffusa nei nostri giardini ed è originaria del Giappone. Cresce in terreni acidi e dal clima fresco e mite. La camelia è una pianta che cresce molto lentamente e può raggiungere altezze fino a 12 metri. Le foglie dalla Camelia sono impiegate il tè che beviamo tutti i giorni.
- Sequoia. La sequoia cresce nelle aree, dove è presente un clima fresco, mite e con molta pioggia. È considerato uno degli alberi più alti al mondo, potendo raggiungere addirittura altezze di 110 metri. Il suo legno viene spesso impiegato per le costruzioni ed è anche impiegato come albero ornamentale nei grandi parchi, come quello di Villa Pallavicino.
Gallery Parco Villa Pallavicino
Parco Villa Pallavicino: la storia sulle origini del parco
Il Parco Pallavicino nasce come giardino inglese per poi diventare un parco zoologico. L’area in cui sorge il parco fu acquistata, nel 1855, dal filosofo e letterato Ruggiero Borghi, dove ci costruì la sua dimora.
Nel 1862, la tenuta di Ruggiero e tutta l’aria attorno fu venduta alla famiglia del duca Valleombrosa e successivamente acquistata dal marchese Pallavicino. La famiglia Pallavicino parti sin da subito con i lavori di ristrutturazione, introducendo tanti cambiamenti alla tenuta.
Le migliorie trasformarono la tenuta di Ruggiero Borghi in una villa ottocentesca. Mentre il giardino fu ingrandito e trasformato in un giardino inglese con alberi secolari, gigantesche statue e strade percorribili con le carrozze.
Nel 1952, la marchesa Luisa Pallavicino porto a termine l’opera di trasformazione con l’introduzione degli animali provenienti da tutto il mondo. Nel 1956, tutta l’area si trasformò in un museo faunistico aperto al pubblico, dove a chiunque era possibile entrare previo pagamento del biglietto d’ingresso.
Nel 2006, il Parco Naturale è diventato la sede per il recupero della fauna selvatica, il cui scopo principale è quello di curare gli animali feriti e allo stesso tempo aiutarli a reinserirsi in natura. Alcuni degli animali soccorsi hanno trovato casa tra i viali alberati del parco.
Dal 2017 il parco entra a far parte del circuito delle terre Borromeo, grazie alla quale è stato possibile fare una serie di interventi per migliorare l’ambiente dedicato agli animali. Una serie di migliorie resi possibili, grazie al costante impegno degli specialisti della flora e alle particolari condizioni climatiche che si possono trova solo sul lago maggiore.
Come si arriva al Parco Villa Pallavicino
Viaggiando In Auto
Prendere l’autostrada A26 e uscire a Carpugnino o Baveno. Seguire le indicazioni per il lungolago di Stresa e poi prendere la direzione per Belgirate. Il Parco Pallavicino si trova sulla destra, mentre sulla sinistra un ampio parcheggio per lasciare la propria.
Viaggiando In Treno
La stazione dei treni più vicina la Parco è sicuramente quella di Stresa, in quanto dista solo 800 m dall’ingresso del parco.